SISTEMA NERVOSO&APPRENDIMENTO

COORDINAZIONE, SISTEMA NERVOSO E APPRENDIMENTO MOTORIO

Per apprendimento motorio s’intende il processo che consente di acquisire e sviluppare nuove azioni motorie. Secondo Meinel l’apprendimento avviene secondo 3 fasi:

Coordinazione grezza: azione priva di fluidità, piuttosto meccanica, poco efficace e dispendiosa, poichè ogni parte del movimento deve essere pensata e controllata cosapevolemente dal Sistema nervoso. Generalmente i bambini dai 5 ai 7 anni si trovano in questa fase di apprendimento.

Coordinazione fine: migliora la precisione, movimento più fluido e armonioso, ottimizzato uso della forza, maggiore economia qualità e costanza delle ripetizioni. Il gesto ancora non è completamente stabile poichè in caso di disturb (fatica, tensione emotiva, condizioni ambientali più complesse il gesto perde la sua coordinazione generale. Generalmente i bambini dai 8 ai 10 anni si trovano in questa fase di apprendimento. Fino ai 10 anni siamo in una fase di preparazione generale- multilaterale.

Disponibilità variabile: movimento ulteriormente affinato, si stabilizza e può essere eseguito correttamente in ogni condizione ambientale, ad ogni velocità e n combinazione con altri gesti. Il gesto tecnico diventa il mezzo per risolvere i compiti tattici. Generalmente i bambini dai 10 ai 12 anni si trovano in questa fase di apprendimento; corrisponde al periodo di massimo apprendimento delle capacità coordinative (inizio della specializzazione-allenamento di base)

Ci sono 2 modalità per apprendere un’abilità tecnica:

1) Ripetizione del gesto che determina delle tracce nelle connessioni tra le nostre cellule nervose (livello sensomotorio). Durante l’esperienza motoria, arrivano degli impulsi nervosi nel nostro cervello che determinano una traccia del percorso tra le cellule cerebrali che ne facilitano un successivo passaggio determinando quello che chiamiamo apprendimento. Quando un segnale passa attraverso delle connessioni(sinapsi) tra un particolare gruppo di cellule nerovse, esso lascia in qualche modo una traccia in tali connessioni in modo che il passaggio in tempi successivi attraverso le stesse sinapsi sia facilitato. Questa traccia viene sempre più ingrandita dalla ripetizione dell’esercizio. Quelli che diventano sentieri con l’esercizio diventano autostrade.

2) Ripetizione della situazione (livello cognitivo) (non ripetere gesti, ma risolvere problemi e ripetere compiti) esecuzione legata a uno scopo preciso.

Le recenti acquisizioni delle Neuroscienze hanno evidenziato come a livello corticale il sistema motorio si attivi, tramite i neuroni specchio, non in funzione di movimenti né tantomeno di singole contrazioni muscolari, ma in funzione di “atti motori finalizzati” (come l’afferrare, il tenere, il calciare ecc.) e/o di catene motorie più complesse in cui i singoli atti motori sono inscritti (come l’afferrare per portare alla bocca, l’afferrare per spostare, il calciare per passare ecc.).

le azioni sono codificate a livello cerebrale in termini di “scopi” e non sulla base dei movimenti che le compongono o del tipo di effettore con cui sono svolte. Il nostro cervello riconosce cioè in primis le “intenzioni”. In questi ultimi casi è lo scopo terminale e non quello intermedio a definire la specificità neuromotoria dell’azione. Ciò significa che affinchè avvenga l’apprendimento di un’abilità non basta ripetere il movimento in maniera meccanica ma occorre che l’atto motorio deve essere finalzzato a uno scopo.

I giovani calciatori dovrebbero imparare il prima possibile a muovere il proprio corpo nella maniera più variegata. Più è ricca e grande l’esperienza motoria nel periodo di avviamento (6-12 anni), migliore sarà il controllo dei propri movimenti grazie all’aiuto del Sistema nervoso centrale. Giovani calciatori con capacità coordinative ben sviluppate possono avere più successo di altri meno coordinati. Solo i calciatori con capacità coordinative molto sviluppate possono tradurre in maniera ottimale le capacità di forza,  velocità e resistenza nella partita.