Per migliorare le capacità coordinative nell’attività di base (6-12 anni) è opportuno seguire 7 regole fondamentali:
VARIETÀ: specialmente nelle fasi di avviamento in cui è importante ampliare la motricità generale del giovane con un’attività ricca di stimoli sempre nuovi e fantasiosi è fondamentale il principio della varietà dei contenuti e dei metodi. Solo attraverso il principio della variazione e della combinazione continua dei metodi e dei contenuti dell’allenamento, si può raggiungere un elevato sviluppo delle capacità coordinative.
Quali sono i parametri sui quali possiamo variare i mezzi di allenamento?
- Variazione dell’esecuzione di movimento. Esempio condurre la palla in modalità diverse utilizzando varie parti del piede (interno-esterno- destro,sinistro ecc.) Variazione delle condizioni esterne (attrezzi superifici, palloni di diverso peso e dimensioni)
- Variazione della dinamica del movimento (lento o veloce) Variazione delle regole (1 tocco, 2 tocchi, tocco libero ecc.)
- Variazione della struttura spaziale ( forme e dimensioni diverse)
- Combinazione di abilità motorie (conduzione + passaggio + ricezione +tiro)
- Esercitazione sotto pressione temporale (avversario che insegue, fare maggior numero di gol in un dato tempo ecc.)
- Variazione della presa di informazione (occhi chiusi, occhi aperti, da diverse posizioni ecc.)
- Esercizi dopo affaticamento
Questo VIDEO mostra degli esempi di variazione degli esercizi nell’allenamento delle capacità coordinative
MULTILATERALITÀ: al contrario di unilateralità, la multilateralità è il principio secondo il quale le attività fisiche non devono limitarsi alle caratteristiche presenti in un solo specifico sport, ma allo scopo di miglorare la motricità generale devono utilizzare gesti e azioni di altre discipline. Questo significa che nei bambini al di sotto dei 10 anni non bisognerebbe ricercare una specializzazione precoce verso lo sport praticato ma un’attività polisportiva che arricchisca le esperienze del bambino. Proporre esercizi generali e giochi di altre discipline sportive.
POLIVALENZA: significa che le attività devono essere adattate in maniera tale da interessare le diverse aree di sviluppo della personalità del bambino: emotiva, cognitive, socio-relazionale e motoria. Collegato a tale principio vi è il metodo di allenamento integrato secondo il quale in uno stesso esercizio devono essere presenti aspetti tecnici, tattici, fisici. Si deve dunque tenere conto che i presupposti condizionali, coordinativi della prestazione, la tecnica dei movimenti e la tattica si condizionano a vicenda e quindi debbono essere sempre sviluppati in sintonia tra di loro. Questa teoria supera il concetto di allenamento che considera le varie componenti in maniera separata tra loro. L’approccio sistemico è proprio dei nuovi orientamenti metodologici che pongono l’accento sulla necessità di sollecitare quanto più possibile contemporaneamente, “in parallelo”, tutte le componenti della prestazione: fisiche, tattico-tecniche, psicologiche e sociali, ottimizzandone le interazioni
PROPORRE IL GIOCO FONTE DI AUTONOMIA, CREATIVITÀ E DIVERTIMENTO: allenare le capacità coordinative attraverso giochi e situazioni in cui il ragazzo deve ragionare e risolvere dei problemi motori. In questo modo andiamo da un lato a sviluppare I processi cognitivi di percezione, elaborazione, anticipazione, decisione e dall’altro facendolo divertire andiamo a pore l’attenzione anche sulle motivazioni e sul fattore emozionale dell’apprendimento. Il contenuto emozionale delle situazioni che percepiamo attiva il sitema limbico, la cui attivazione accelera le facilitazioni tra sinapsi. Questo spiega il fatto per cui si apprende più facilmente una cosa divertente piuttosto che una cosa noiosa ecc. Evitare specialmente nei bambini la ripetizione meccanica del gesto non finalizzata a uno scopo, questo approccio può risultare noioso e alla lunga è meno efficace del metodo basato sul problem solving. Possono esistere tuttavia delle particolari condizioni iniziali di apprendimento dove l’insegnamento delle abilità motorie può avvenire legata alla ripetizione di schemi di movimento qualora il bambino abbia un’esecuzione tecnica del gesto troppo approssimativa.
UTILIZZO E CONTATTO CON LA PALLA: Sappiamo benissimo che il tempo che si passa a contatto con la palla è la chiave del successo nell’apprendimento al gioco del calcio. Per questo motivo bisogna cercare di dare priorità a esercizi che includono l’utilizzo della palla, senza comunque trascurare l’importanza dell’insegnamento della tecnica dei movimenti e degli schemi motori che vengono eseguiti senza utilizzo della palla (correre, saltare, rotolare ecc.)
In questo VIDEO viene mostrata una progressione di esercizi di dominio palla con utilizzo della scaletta.
GIOCARE IN SPAZI RISTRETTI E NUMERO DI GIOCATORI RIDOTTO:
È stato dimostrato in uno studio che un bambino che gioca a calcio a 5 dall’età di 6 anni fino a 11 anni, è al contatto con la palla 6 volte al minuto in più di uno che gioca solo a calcio. È stato visto che in paesi dove I bambini praticano di più il calcio a 5 vengono fuori più talenti (Spagna, Argentina, Brasile). Proporre situazioni di gioco che vadano dall’1v1 al 5v5 variando sempre regole, dimensioni del campo e numero di giocatori (inserire anche situazioni di superiorità o inferiorità numerica)
SEGUIRE UNA PROGRESSIONE CON CONTENUTI CHE VADANO DAL GENERALE ALLO SPECIFICO.
Nel momento in cui il calciatore diventa più esperto e migliora le proprie abilità, la proporzione di attività a carattere specifico deve aumentare. È importante l’alternanza tra eserczi di coordinazione generale seguiti da esercizi più specifici in cui il calciatore allena le competenze tecnico-tattiche individuali (tiro in porta, passaggio, ricezione, dirbbling, smarcamento, duello difensivo ecc.) sotto varie condizioni di difficoltà. Ad esempio combinare gesto tecnico dove si ha padronanza con un’altra abilità motoria o in una differente situazione.
Per quanto riguarda l’allenamento delle capacità coordinative ho suddiviso I mezzi allenanti in base a 4 parametri: precisione – rapidità – complessità - grado di variabilità situazionale seguendo una progressione di contenuti che va dal generale allo specifico.